sabato 23 maggio 2009

oggi è stata una giornata orribile. già mecchiata da ieri sera che mi sono lasciata andare e ho mangiato a cena. potete immaginare il senso di colpa. così oggi non ho mangiato niente. a colazione come sempre ho bevuto una tazza di te verde senza zucchero e una tazzina di caffè amaro. per il pranzo ho telefonato a mia madre e gli ho detto che mi fermavo a mangiare fuori. ho fatto unapasseggiata e ripassato storia. alle 2 ero a casa. ho passato il pomeriggio a fare matematica, capendo la metà delle cose e lasciando molti esercizi irrisolti. adesso sono esausta, triste e senza alcuna voglia di fare le due versioni di greco e le pagine di storia...non ho parole...ho voglia di tagliarmi. l'altro giorno ero scalza sul divano e mio padre ha visto un taglio sotto il piede sinistro. mi ha chiesto come era successo e io gli ho subito inventato una balla, ma mia madre che sa del mio autolesionismo, ha capito. la sera è venuta in camera mia. perlavo a voce bassa quasi sussurrando. i suoi occhi erano terrorizzati, come quelli di una preda messa all'angolo. e mentre io mi pettinavo lei era li che si affannava tra preghiere e minacce. voleva che io giurassi di non farlo più, minacciava di dirlo a mio padre. io mi sono voltata e con la faccia impassibile e la voce ferma gli ho detto che non volevo giurare qualcosa di cui non ero convinta, e che se doveva ricattarmi cosi poteva allora dirlo al babbo. se n'è andata, ma so la notte ha dormito male...mi ha fatto pena, forse in lei ho rivisto la razionalità che ho perso. la realtà dalla quale mi sono così testardamente allontanata. da una parte avrei voluto abbracciarla, consolarla, sembrava una bimba spaventata. dall'altra gioivo, che per la prima volta si preoccupasse davvero per me, che stesse facendo davvero la mamma, un po anche che soffrisse. perchè se è vero che ho fatto tutto io, lei e tutti gli altri non hanno fatto niente per arginare questo e altri fenomeni...vorrei andarmene da tutto e da tutti, dalla recita quotidiana, dai tormenti, dal controllo che mi ha imprigionata con le sbarre del senso di colpa, dalla morale, da ciò che è opportuno fare...vorrei solo trovare qualcuno al mio fianco, qualcuno come me, che mi comprenda, mi condivida, e con me percorra questa lunga e accidentata strada di cui io non vedo la meta...

1 commento:

  1. so che probabilmente ti aspettvi che qualcun scrivesse quo ceora sto cvendo io, ma ci sono. Forse indrettamente, non come due innamorati che si sono dichiarati amore eterno e st sempre insieme, ma sono comunque vicino a te. Sono come qualcuno che, mentre resisti in questa dura corsa, ti spia da dietro un cespuglio ed è pronto a sbucare nel momento in cui inciampi, pronto a farti rialzare. Infondo credo che tu lo sappia che ti sono vicino senza che io te lo scriva. T.V.B. sasa

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