lunedì 14 settembre 2009

crisi, crisi nera di pianto. la crisi e il crollo di chi si rende conto che le sue vecchie e dannose abitudine gli mancano, ma non perchè fossero belle, ma perchè era l'unico modo per sentirsi qualcuno, per dimenticare di quanto insulsa e priva di significato sia la sua vita e di quanto sole siano le sue giornate. e in mezzo alle lacrime ho ralizzato con orrore di essere sola. sola davvero. nel momento in cui ho preso le lamette in mano ho capito qualcosa di triste, che mi ha spezzato il cuore...ho capito che cosi io non sono niente, solo una ragazzetta triste e patetica che se ne sta da sola, in una casa semibuia a piangere e rimpiangere. mi sono sempre creduta piu inteligente e più valida degli altri, ma adesso vedo limpidamente che questo non significa niente se poi non si riesce a essere felici. si puo avere la pagella più bella del mondo, il qi più alto di einstein o la stima di mezzo mondo, ma se non riesci a sorridere e ti ritrovi solo, tutti i meriti si mescolano ai risultati e l'unica mistura che ne fuoriesce non è altro che un enorme fallimento. per quanto assurda fosse la strada che percorrevo con Lei, perlomeno allora sentivo di essere inquadrata in qualcosa, finalmente mi sentivo qualcuno e i falsi traguardi erano pur sempre traguardi che mi rendevano fiera di me stessa e mi permettevano di dimenticare o meglio fingere di non vedere le macerie che porto dentro. e adesso, adesso che L'ho mandata via non mi resta niente per nascondere ai miei occhi la vista di me stessa e riesco solo a odiarmi. ma questo odio è diverso, con questo odio non serve tagliare la carne, questo odio passa oltre e neppure volermi male in quel modo sembra bastare più.

giovedì 10 settembre 2009

fino a 10 minuti fa guardavo tranquillamente la tv. poi la puntata è finita. mi è entrato addosso un senso di paura, come se mi fossi persa lontano dal mondo. vuota e titubante ho deciso che doveva essere la mancanza di lui. lo chiamo, parte la segreteria, lui non è disponibile. improvvisamente sento dentro un'onda di malessere che mi sommerge, mi porta via, mi trascina in un attimo dentro angoli oscuri. le mie gambe si muovono da sole, mi conducono in camera. le mie mani, spasmodiche, aprono i cassetti del comodino. cercano cercano. so cosa sto facendo ma mi sembra di non riuscire a riacuistare il controllo delle mie azioni. riesco a pensare a una cosa soltanto: la mia lametta deve essere li, da qualche parte. e io non posso più resistere, in un attimo mi passano in testa tutti i discrsi al riguardo, tutte le mie buona intenzioni, l'anniversario senza sangue che fra pochi giorni festeggerò, spero. la voglia cresce come schiuma in un bicchiere di coca cola troppo stretto, vertiginosamente sale ed è impossibile fermarla. il senso di colpa già allunga le radici e per un momento nella mia testa si svolge una battaglia accesa tra ragione e istinto...no! no no no no e poi no! che diavolo sto facendo? che mi prende? chiudo il cassettino con un colpo e mi allontano da camera. il mio cuore batte all'impazzata, come se stessi fuggendo in uno dei peggiori incubi da qualcosa di terrificante. il respiro è molto accellerato e la mia testa sta per scoppiare. la mia bocca fa per conto suo, comincia a sussurrare senza che io possa porle un freno. -vattene, vattene via! lasciami in pace, lasciami stare! via via via, va via da me, va via-. saltello, inspiro profondamente e chiudo gli occhi. finalmente sta passando. ho voglia di piangere ma sento mancare le lacrime. ma grazie a dio se ne sta andando. ce l'ho fatta...giusto? ancora scioccata da quanto mi è successo... è questo che viene chiamato attacco di panico? e cosa lo ha scatenato? non è possibile che una mancata risposta possa farmi questo. poi mi è salito un pensiero terribile: è lui la chiave di tutto, o sono io? quel che è certo è che non lo sto facendo per lui, non me lo avrebbe mai chiesto, e io non avrei mai accettato...eppure dentro di me so che lui fa parte dei miei cambiamenti. certo non ne è nè il fine nè la causa, ma se ho deciso di abbandonare il mio guscio di dolore, che ormai si stava attaccando e fondendo con la mia pelle, be in gran parte lo devo a lui. senza fare niente di speciale mi ha resa felice, mi ha dato un'alternativa, una seconda strada da percorrere. il resto è venuto da solo, ma senza quel lasciapassare non so cosa sarebbe successo. e poi ecco la domanda che fuggo da tempo: se lui non fosse rientrato nella mia vita, avrei fatto queste scelte? avrei abbandonato Lei? avrei lasciato il mio urlo rosso sangue? o forse sarei ancora impantanata nelle stesse sabbie mobili o, peggio ci sarei sprofondata ancora più dentro? insomma sarei stata davvero capace di fare tutto da sola?

mercoledì 9 settembre 2009

ormai è quasi un mese, l'11 festeggerò la mia fuga, il mio ingresso in una me più felice. in un mese quando stavo con Lei nn succedeva niente, mi svegliavo l'1 e mi rendevo conto che 30 gg prima le cs erano esattamente le stesse, non era cambiato nulla, io ero sempre triste e avevo sempre meno voglia di vivere e meno speranze per il futuro. poi è come se avessi ricevuto una botta in testa. mi sono innamorata e improvvisamente tt le mie ossessioni mi sono sembrate cosi sciocche e prive di senso. ho riimparato a vivere, a guardare avanti, a gioire delle cs che prima neppure vedevo...ho scoperto cn mia grande sorpresa che la vita non è che una serie infinita di occasioni, un viaggio stupendo, soprattutto se hai un buon compagno con cui goderne. e, cosa piu importante che mai, mi sono sorpresa nel sentire il suono delle mie risate che quasi avevo dimenticato... davanti a me, davanti a tutte noi si apre un cammino di luce...mi raccomando testa alta e passo deciso!

Me

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