venerdì 17 maggio 2013

Responsabilità. Amore. Desiderio.Conoscenza. Futuro. Paura. Dolore. Solitudine, solitudine, solitudine.

Morte.

giovedì 16 maggio 2013

Vorrei parlarti ancora a volte, quando torno a casa a piedi la sera e solo i lampioni fanno un po' di luce, e mi domando se ci siamo mai compresi fino in fondo o se abbiamo solo voluto fingere di averlo fatto. Ma io continuo a crederlo, o a volerlo credere, che sì, qualcuno mi abbia parlato davvero, ascoltato davvero, capito davvero. Che quel qualcuno esista, anche se solo nel ricordo, anche se solo nel mio pensiero.
Non sono più la stessa, anche se la mia essenza è sempre lì, come un fiore che rispunta ogni primavera. Forse sono solo più consapevole, più disillusa, ma è questo che accade ai saggi prima di vedere la luce, no?
E quando arrivo al mio cancelletto nero, solo questo vorrei dirti: sono diversa.

lunedì 13 maggio 2013

Avrei bisogno di parlarne, ma forse no. Forse è meglio così, lasciare tutto il groviglio dei pensieri, misterioso e incomprensibile anche a me stessa, nella profondità di me. Preservare questa ricchezza finchè non sarà matura abbastanza per confrontarsi col mondo, finchè non sarà chiara a sufficienza. Solo tu resti ai mortali dopo la caduta di tutte le illusioni, o Conoscenza infinita. Solo tu, forse ahimè un'altra illusione, sei capace di distrarmi davvero dal mondo e dalla sua fredda crudezza, dal suo menefreghismo, dalla sua insensatezza. Le immagini della realtà mi ritornano indietro opache, hanno perso la lucentezza di un tempo, quando tutto era splendente come la mia speranza, come la mia fede nella vita. Capita di rado, in questo mondo dominato dalla disinformazione e dalla superficialità di trovare scritti davvero profondi e interessanti, che ti facciano sentire un po' meno sola mentre arranchi, ma quando accade ti donano un sollievo unico. Vorrei conoscere, conoscere tutto e poi morire, perchè nessun uomo può sopportare davvero il carico di cui si ubriaca e che cerca con ardore fino all'autodistruzione.
Non mi riconosco, come è sempre accaduto del resto, non sono d'accordo con la me stessa del giorno prima, formulo un'ipotesi che poi confuto con convinzione.
Amo e odio la vita, piango e rido amaramente rendendomi conto che è tutto distrazione dal nulla assoluto ed eterno che ci avvolge. Disorientata, vivo ancora, un giorno ancora.
"Chi è stato torturato rimane torturato. (...) Chi ha subito il tormento non potrà più ambientarsi nel mondo, l'abominio dell'annullamento non si estingue mai. La fiducia nell'umanità, già incrinata dal primo schiaffo sul viso, demolita poi dalla tortura, non si riacquista più."

[Jean Amery]

venerdì 3 maggio 2013

Hic et nunc.
Non ci saranno più. Forse domani o fra un anno. Magari fra dieci. Ti torneranno in mente un giorno. Sono loro, i quieti personaggi della tua vita di oggi. Sono tanti e tutti diversi, e compongono a modo loro il puzzle, il tuo personalissimo puzzle. Sono tuo padre e tua madre che vanno a lavoro, e che un giorno vedrai invecchiare, sono la tua compagna di banco, di cui apprezzi la compagnia senza darti troppa pena ma che ti allieta le giornate, sono il custode della tua scuola, che ogni mattina ha un sorriso e un saluto per te, di cui un giorno dimenticherai il nome, sono il gatto che mi aspetta ogni sera in giardino ma che quando mi vede mi guarda negli occhi e scappa, sono il farmacista e il pasticcere di piazza dell'unità, che ogni giorno, cascasse il mondo, tirano su i bandoni delle loro attività alle otto meno cinque, sono il professore che tutti prendiamo in giro ma che per questo fa parte della famiglia, sono la stanza arruffata che ti abbraccia ogni notte e il disordine che ti mancherà quando sarai adulto. Tutto questo, tutto questo non è che un'ombra, non è che un effimero alito di vento, una foglia di fine estate pronta a capitolare giù. Il padre e la madre consumeranno l'ultimo fiore della loro età, la compagna di banco scomparirà nella massa anonima dei "conoscenti", il custode si trasferirà e il gatto un bel giorno non si presenterà più all'appuntamento. Il farmacista e il pasticcere se ne andranno in pensione e i locali della loro attività saranno uniti a formare un fast food, il professore cambierà scuola e non ricorderà più il tuo viso, e infine anche la tua stanza, con tutto il suo disordine, sarà inghiottita dal futuro.

Eravamo a pochi metri, quando sono entrata nel cortile della biblioteca. Sedeva a un tavolino del bar, con degli amici. Era lei, ne sono sicura, era lei. Non che mi sia mai sembrata particolarmente brillante devo dire, ma ciò che mi ha fatto provare il vederla non aveva niente a che fare con lei. O meglio, aveva a che fare, ma solo di striscio  Avrei voluto fermarmi, salutarla, sentirla parlare di ciò che non posso più vedere, di ciò che non posso più vivere, delle persone che non posso più vedere. A volte la vita ti passa accanto e non sembra neppure reale. Ti rimanda l'eco di profumi lontani, di luoghi antichi nella memoria, di vecchie canzoni e sere infinite, di audaci riflessioni e di amici perduti. A volte, a volte la vita lo fa.

giovedì 2 maggio 2013

Me

Me