giovedì 16 maggio 2013

Vorrei parlarti ancora a volte, quando torno a casa a piedi la sera e solo i lampioni fanno un po' di luce, e mi domando se ci siamo mai compresi fino in fondo o se abbiamo solo voluto fingere di averlo fatto. Ma io continuo a crederlo, o a volerlo credere, che sì, qualcuno mi abbia parlato davvero, ascoltato davvero, capito davvero. Che quel qualcuno esista, anche se solo nel ricordo, anche se solo nel mio pensiero.
Non sono più la stessa, anche se la mia essenza è sempre lì, come un fiore che rispunta ogni primavera. Forse sono solo più consapevole, più disillusa, ma è questo che accade ai saggi prima di vedere la luce, no?
E quando arrivo al mio cancelletto nero, solo questo vorrei dirti: sono diversa.

8 commenti:

  1. E tu, mio amato,
    Mio fedele cane pezzato?!
    La vecchiaia ti ha reso rauco e cieco
    Vai per il cortile trascinando la coda penzolante,
    E non senti più a fiuto dove sono portone e stalla.
    O come mi è cara quella birichinata,
    Quando si rubava una crosta di pane alla mamma,
    e a turno la mordevamo senza disgusto alcuno.

    IO SONO SEMPRE LO STESSO.
    CON LO STESSO CUORE.
    SIMILI A FIORDALISI NELLA SEGALE FIORISCONO GLI OCCHI NEL VISO.
    SROTOLANDO STUOIE D'ORO DI VERSI,
    VORREI DIRVI QUALCOSA DI TENERO.

    [Confessioni di un Teppista]

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  2. Bellissimo pezzo, che esprime pienamente il concetto. Spero solo che tu non mi veda come il cane pezzato, dal momento che sì sono cambiata, ma invecchiata mai. Il nostro spirito, infatti, allenato a tutte le passioni, non può invecchiare mai.

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  3. No, non sei tu il vecchio cane, tranquilla.

    Volevo dire quello che hai detto tu, che puoi cambiare ma il cuore è lo stesso.

    Ergo non importa se sei cambiata.

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  4. Cosa vuoi che ti dica?

    O cosa speri che ti dica?

    Dimmelo tu, o non credi di conoscerla?

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  5. Come sempre fra noi, è tutto una lotta. Anche nell'ora più buia ci ritroveremo a fare i soliti giochi, è così, "dillo tu, no, lo dico io. Ma chissà cosa pensi, sarà quello che penso io".
    Sono in piena crisi, esasperata e stanca. Ho bisogno di sfogarmi, di dimenticarmi. Credevo di poterne parlare col mio più vecchio amico, credevo di sentire parole sincere o parole di conforto (cose che spesso si escludono a vicenda); ma hai paura di perdere il tuo ruolo, di scendere dal piedistallo dell'indifferenza. Non siamo ancora pronti a comunicare temo. Devo andare; come vedi non sono cambiata. Alla prossima.

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  6. Non c'è cosa più giusta che possa fare, lo sai e dovresti ringraziarmi.

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  7. E allora, per una volta, ti chiedo di fare la cosa sbagliata e di parlar chiaro.

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  8. Io ti ho parlato chiaro, ti ho detto quel che andava detto.

    Devo parlarti accidenti, quello che ti devo dire trascende la mia stessa volontà.

    Ma poi? Che altro dirti?

    Che mi manchi? Ma è normale, siamo maturati assieme ed assieme cresceremo. Sappiamo che non sarà mai difficile "liberarci" l'uno dell'altro, lo sai.

    Vuoi che ti dica cose che sappiamo a memoria, che ci siamo detti mille volte? Ci faremo una sigaretta assieme e magari un bicchiere.

    Ti abbraccerò se vorrai, ma il resto...

    Cosa vuoi che ti dica? Sai tutto, so tutto, sapremo tutto.

    Vuoi che i nostri pensieri si concretizzino in parole? Ma che senso ha?

    Spero che tu riesca a trovare un giorno un paio d'ore da dedicarmi, solo un paio, qualunque altra parola verrà dopo.

    Ma se verrà prima sarà perché lo hai voluto tu, non io.

    Però adesso pensa a farti del bene, per favore.

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