mercoledì 20 febbraio 2013

"Udirono poi la presenza del Signore Iddio, il quale passeggiava per il giardino alla brezza del giorno, e Adamo e sua moglie si nascosero dalla faccia del Signore Iddio fra gli alberi del giardino. Ma il Signore Iddio chiamò Adamo e gli domandò: - Dove sei?- Egli rispose: -Ho sentito la tua presenza nel giardino ed ho avuto paura, perchè ero nudo e mi sono nascosto-. Il Signore riprese: -Chi ti ha fatto conoscere che eri nudo? Non hai forse mangiato dell'albero che ti avevo proibito di mangiare?- Adamo rispose: E' stata la donna che tu mi hai dato per compagna che mi ha presentato del frutto dell'albero ed io ne ho mangiato-."

Genesi 3,8-13

giovedì 7 febbraio 2013

Ti davi un attimo, e poi ti nascondevi bene.
Le donne: mi piacevano i colori dei loro vestiti; il loro modo di camminare; l'espressione crudele di certe facce; qualche volta la bellezza quasi pura di altre, completamente e deliziosamente femminili. Ci fregavano sempre, le donne, pensavano a noi, si concentravano, studiavano, decidevano se prenderci, scartarci, cambiarci, ucciderci o semplicemente lasciarci. Alla fine non aveva molta importanza; qualunque cosa facessero, finivamo soli e picchiati nel cervello.

[Cherles, Bukowski]

martedì 5 febbraio 2013

Non siamo morti ancora, finchè ci resta qualcosa in cui credere.
"Uno ci prova a riallacciare i rapporti. Poi arrivi a un certo punto in cui ti stanchi, e l'unica cosa che riallacci sono le scarpe. Per andare via."

lunedì 4 febbraio 2013

Il dolore è il prezzo di ogni esperienza.
Adesso è a me che manca l'amore. L'amore per questa bella terra, per le persone gentili che ci abitano, per i tramonti rossi e per le poesie che danno speranza. Mi manca la persona che a volte riesco a essere, che guarda al mondo come a casa sua e che ha ancora la passione che la fa piangere, quando si rende conto che la gente è sciocca e meschina, che ognuno tira al suo e che le persone si uccidono da sole. Sono tutti così indifesi di fronte alla vita, siamo tutti così indifesi di fronte alla vita.

Soyez realistes, demandez l'impossible.


domenica 3 febbraio 2013

"Ma capita, per ironia della sorte, che ognuno di noi è così complesso e ha così tante sfaccettature da ritrovarsi nella condizione in cui qualunque scelta faccia, farà soffrire una parte di sè. ogni scelta porta con sè la perdita di qualcosa, scegliere qualcosa significa perderne un'altra. [...] A questo è condannato (?) l'uomo: alla scelta."
Una persona non basta.

venerdì 1 febbraio 2013

"Ecco il fuoco e la legna, soggiunse Isacco, ma l'agnello per l'olocausto dov'è?"
Mai domanda fu più pertinente, amico mio! Il punto, in fin dei conti, non ha a che fare con la religione, il credo o la fede. o meglio, ha a che fare con una fede, ma non quella che intendono molti. Il primo figlio incazzato della storia, il povero Isacco, mi sosterrà in questo discorso, ne sono certa, e se qualcuno dei lettori è padre, o figlio (e questo è ovvio) si sentirà toccato sul vivo, quando mi trovo a chiedere "se tu fossi Abramo, uccideresti Isacco? e il bello è che ci sono ancora persone che mi rispondono di sì...e forse hanno anche ragione, guarda cosa mi tocca dire.
ok, andiamo per ordine e impostiamo un discorso logico coerente, o insomma, almeno proviamoci. le possibilità di Abramo sono due: o uccide Isacco e rende gloria al signore (sì, signore con la minuscola), o risparmia Isacco, sangue del suo sangue, innocente figlio di dio anch'esso e perde così la fiducia del signore. qualcuno subito alzerà la mano saccente e mi farà notare che dio è dio e che Abramo non ha possibilità. e questo non è vero, nè intellettualmente onesto da dire. Abramo compie la sua scelta, ma la cosa più bella è che nella Bibbia, come nel cuore del patriarca, non c'è spazio per l'amore per il figlio, per la paura, la sorpresa. e forse questo è bello da un certo punto di vista, è bello e invidiabile perchè credo che nessuno avrebbe affrontato la questione con tanta fermezza... o leggerezza. Ma non di meno agghiacciante.
cioè, piano piano piano! quest'uomo uccide il figlio, andando contro a ogni norma etica, morale, umana o che altro, per un dio? beh, direi che la conclusione arriva da sè, un dio incomprensibile e assenteista ce lo meritiamo.
ad alcuni la mia conclusione parrà avventata e quanto meno azzardata. come fai tu a essere così sicura della tua scelta, a disobbedire al volere di dio? ve lo dico io, come si fa. si fa che ci si guarda dentro e ci si chiede cosa ci resterà di noi, una volta ucciso Isacco. e la risposta non può che essere vergogna. se Abramo avesse ucciso Isacco e fosse stato minimamente umano non avrebbe più potuto guardarsi, che dico allo specchio!, nel riflesso di un pozzo!
adesso però giriamo il discorso e al posto di dio ci mettiamo ciò in cui io credo, il mio pantheon personale, fatto di giustizia, etica, amore. In primo luogo nessuno di questi dei mi chiederebbe mai una cosa del genere, e seconda di poi, se accettassi di uccidere il mio Isacco non bestemmierei forse contro di loro?
ora dico, ma possibile che Abramo non ci abbia pensato a questa contraddizione in termini?
vabe, tralasciamo che è tardi.
Non esistono miti, fedeli a sè stessi. Gli dei possiamo continuare a guardarli nello specchio o finalmente renderci conto che altri non siamo che noi, in ogni momento in cui non scendiamo a compromessi, in ogni momento in cui ci sacrifichiamo (invece che Isacco(ormai gli fischieranno le orecchie)) e decidiamo di diventare gli eroi che ammiriamo. Gli dei siamo noi che non tradiamo il figlio neppure per un dio.

Me

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