sabato 30 maggio 2009

se ce l'avevo fatta una volta avrei potuto farlo ancora. 7 kg in un mese erano più che possibili da buttare giù. ma anche allora non avevo calcolato abbastanza. nonostante tutti i conti sulle calorie, i pesi, le energie, non sapevo quanto mi sarebbero costate le battaglie che mi attendevano. sicuramente adesso ne ho un'idea molto più chiara anche se credo che questa confessione non risolverà niente.
autolesionismo, principio di una condotta alimentare tendente all'anoressia e alla bulimia, confusione sull'identità sessuale...le cose si sono susseguite in un ordine che mi sembrava lo svolgersi di un destino già scritto da tempo. ma non sono le mie follie il problema, quanto il non riuscire ad assecondarle. i continui fallimenti e insuccessi fanno di me una persona frustrata e delusa, prima di tutto dalla vita, dalla sua ingiustizia, da me stessa e da tutte le persone che conosco, tutte inconsapevoli spettatori di uno spettacolo macabro e crudele. e cos' continuo a trascinare la mia esistenza. i giorni sono scanditi dalle interrogazioni e le preoccupazioni per la scuola. i giorni divisi in base alle ore. so che se non mangio per un determinato numero di ore3 il mio corpo brucerà un numero di calorie, le converto in grammi. riconteggio mentalmente le calorie che ho ingerito, mai più di 500 al giorno, nei periodi di crisi 700, nei periodi di controllo 300. pochi etti in più o meno sulla bilancia determinano il mio umore per il resto della giornata. e poco importa se fuori il sole è alto e gli adolescenti corrono in centro a fare spese e kiakkere. io resto ingabbiata in un mondo solo mio, che sta tutto dentro la mia testa. la bilancia accanto al letto, bilancia di precisione, è la prima cosa a cui penso quando mi sveglio, l'ultimo desiderio che la notte mi culla...diceva Maz Pezzali, peccato che lui parlasse del suo amore. successi e fallimenti sono sottolineati dall'ansia che precede la pesata, che verifico ogni giorno almeno 4 volte. io la chiamo l'ansia da bilancia. e pensare che molte persone provano lo stesso sentimento di paura mista a preoccupazione per interrogazioni o compiti in classe. io no. di fronte a uqelle prove resto impassibile. e così gli altri mi credono forte. ma la verotà è che non sono più sicura di esserlo. ma l'aiuto che cerco, celato dietro un muro d'orgoglio, non esiste davvero. nessuno potrebbe davvero risolvere tutto questo. fra poco comincerà l'estate. i tempi stringono ed io ormai temo la me stessa di domani. temo in anticipo le sue paure e le sue porte chiuse, il bicchiere sul mobiletto del bagno e il the della mattina. ma soprattutto temo i suoi sbagli. si dice che domani è un altro giorno, ancora privo di errori, ma se l'errore non fosse che una scenografia sulla quale mi muovo incerta? se il marcio risiedesse alla base? forse meglio allora accettare tutte queste "patologie" come una parte di me. come si accetta i capelli ricci o un neo sulla fronte. forse un giorno sulla carta d'identità accanto all'altessa ci sarà una casella con scritto Anoressica/Bulimica/autolesionista, e non ci resterà che barrare con una crocetta ciò che ormai farà parte della quotidianità.
Forse solo oggi ho capito. e forse domani mi chiederò come mai abbia scritto qua tutte queste sciocchezze. accuserò un momento passeggero di crisi, ma in fondo in fondo, saprò che è solo un frammento di lucidità. l'ossessione per il cibo, il rapporto di amore-odio, la quantità di tempo che dedico a pianificare nuovi regimi alimentari e molte altre cose, come il vomito, le abbuffate, il senso di colpa ecc. non sono cose normali. oggi forse dopo l'ennesima crisi ho socchiuso gli occhi. non dico di averli aperti del tutto ma comunque comincio a rendermi conto. il quadro generale è allarmante, nonostante il velo di normalità sottto cui lo vedo io. a me sembra tutto normale. ma la verità è che è solo un'illusione. le persone che sanno di me restano sconvolte, non si aspettano di sentire ciò che sono davvero, si spaventano, e nella maggior parte dei casi fuggono da me e non affrontano più argomenti seri. da che avevo 6 anni mi sono resa conto di essere diversa dagli altri coetanei, e non sempre in senso buono. alle elementari ero la bambina vestita come una nonna che gli altri emarginavano e prendevano in giro per sentisi più grandi. alle medie ero la ragazzina sfigata. adesso ho imparato come si indossa una maschera. ma sotto di essa io sono sempre la stessa. ed è inutile pensare che i vestiti o le false opinioni possano rendere una persona diversa da come è in realtà. tutto questo è finito per essere classificato da me come "normale", "ordinario". che altro avrei potuto fare? convivo con me stessa da 15 anni, non mi sorprendo più. ma da qualche tempoa questa parte le domande cominciano ad accavallarsi. e non mi riferisco ai dubbi sulla maglietta blu o sul pantalone corto. l'anno scorso in un delirio di onnipotenza post esame ho cominciato a pretendere sempre di più da me stessa. mi sono messa alla prova. ma ogni vittoria mi rendeva sempre più cieca, incapace di distinguere i limiti. e quando la curiosità si è indirizzata sul mio corpo, non sapevo ancora di quanto questa prova fosse difficile, di quanto diversa si sarebbe dimostrata dalle precedenti. un amore sbagliato e una crisi del rapporto con il cibo, di cui amo attribuire la colpa ai miei genitori che mi hanno sequestrato bilance e quadernini, mi hanno dato un duro colpo. ma io non sono fatta per rinunciare, per rassegnarmi.

giovedì 28 maggio 2009

Non potete immaginare le risate che mi sono fatta mentre leggendo una rivista di scemate ho trovato in poche parole il riassunto della vera razionalità....

c'era una volta, in un paese lontano, una bella principessa indipendente e sicura di sè. un giorno, mentre stava seduta vicino a un laghetto nei pressi del suo castello, vide una rana che le saltò in grembo e disse: - elegante signora, io ero un bel principe finchè una strega mi fece un incantesimo. un bacio da te, e io tornerò a essere il bel principe che sono. così ci potremo sposare e mettere su casa nel tuo castello insieme a mia madre, e tu potrai cucinare per me e lavarmi i vestiti, portare nel tuo grembo i miei figli ed essermi per sempre grata.- quella sera la principessa, mentre cenava beatamente con gambe di rana saltate in padella, ridacchiò pensando tra sè: "col BIIIIIIPPP."

ahah

sabato 23 maggio 2009

oggi è stata una giornata orribile. già mecchiata da ieri sera che mi sono lasciata andare e ho mangiato a cena. potete immaginare il senso di colpa. così oggi non ho mangiato niente. a colazione come sempre ho bevuto una tazza di te verde senza zucchero e una tazzina di caffè amaro. per il pranzo ho telefonato a mia madre e gli ho detto che mi fermavo a mangiare fuori. ho fatto unapasseggiata e ripassato storia. alle 2 ero a casa. ho passato il pomeriggio a fare matematica, capendo la metà delle cose e lasciando molti esercizi irrisolti. adesso sono esausta, triste e senza alcuna voglia di fare le due versioni di greco e le pagine di storia...non ho parole...ho voglia di tagliarmi. l'altro giorno ero scalza sul divano e mio padre ha visto un taglio sotto il piede sinistro. mi ha chiesto come era successo e io gli ho subito inventato una balla, ma mia madre che sa del mio autolesionismo, ha capito. la sera è venuta in camera mia. perlavo a voce bassa quasi sussurrando. i suoi occhi erano terrorizzati, come quelli di una preda messa all'angolo. e mentre io mi pettinavo lei era li che si affannava tra preghiere e minacce. voleva che io giurassi di non farlo più, minacciava di dirlo a mio padre. io mi sono voltata e con la faccia impassibile e la voce ferma gli ho detto che non volevo giurare qualcosa di cui non ero convinta, e che se doveva ricattarmi cosi poteva allora dirlo al babbo. se n'è andata, ma so la notte ha dormito male...mi ha fatto pena, forse in lei ho rivisto la razionalità che ho perso. la realtà dalla quale mi sono così testardamente allontanata. da una parte avrei voluto abbracciarla, consolarla, sembrava una bimba spaventata. dall'altra gioivo, che per la prima volta si preoccupasse davvero per me, che stesse facendo davvero la mamma, un po anche che soffrisse. perchè se è vero che ho fatto tutto io, lei e tutti gli altri non hanno fatto niente per arginare questo e altri fenomeni...vorrei andarmene da tutto e da tutti, dalla recita quotidiana, dai tormenti, dal controllo che mi ha imprigionata con le sbarre del senso di colpa, dalla morale, da ciò che è opportuno fare...vorrei solo trovare qualcuno al mio fianco, qualcuno come me, che mi comprenda, mi condivida, e con me percorra questa lunga e accidentata strada di cui io non vedo la meta...

venerdì 22 maggio 2009

ahahaha lo so, sn una pigrona. è da dieci giorni che non scrivo, ma non crediate sia solo la pigrizia, la mia mancanza di ispirazione deprime anche me. sarà che stamattina avevo il tema e l'ho usata tutta lì. in attesa di qualche schizzeria della mia testa confusa...un bacione a tutti.

mercoledì 13 maggio 2009

lettera all'anoressia

vi posto qua questa lettera, trovata in un blog oggi pomeriggio. non commento, in nessun modo, lascio a voi i commenti. a me ha toccato il cuore. una parte di me è ritratta qua sotto...

Cara anoressia,
in realtà non sei affatto “cara”. E neanche semplicemente “anoressia”. Sei l’infernale compagna che ritrovo nel mio letto ogni mattina, ma non ti lasci stringere. Perché adesso mi hai già stretta nella tua morsa, e sono io quella che non riesce a muoversi. E non riesco a respirare perché hai spinto la mia testa sotto l’acqua. L’hai fatto perché, sotto la superficie dell’acqua, tutti i segnali dal mondo esterno arrivano attutiti, così speravi che io potessi continuare a non accorgermi di niente per tutta la vita. Eppure non mi hai annegata, perché avevi bisogno di me. E io non ho rialzato subito la testa, perché avevo bisogno di te.
Ma adesso lo so: per quanto possiamo somigliarci, non siamo la stessa persona. Per tanto tempo mi hai fatto sognare di essere diversa da tutte le altre ragazze. Mi hai fatto sognare di sentirmi forte, soddisfatta, sicura di me. Allora pensavo che fosse divertente essere differente, ma a lungo termine ho scoperto che non è affatto così. Tanti anni lo stesso sogno… e la cosa peggiore è stata al mattino di quella lunga notte, quando di fronte al tavolo di una dottoressa mi sono svegliata. E allora mi sono accorta che era vero. Che, sì, ero davvero diversa. Ma non diversa come avrei voluto. Non diversa nell’accezione positiva della parola. Non diversa come avevi promesso di farmi diventare.
Perché non hai mantenuto le tue promesse? Perché mi hai fatta salire sulla vetta di una montagna per poi spingermi di sotto? Perché mi hai raccontato bugie così simili alla verità che ho inevitabilmente finito per crederci? E, come al solito, non hai risposte alle mie domande. Mi avevi detto che eri tu la risposta. Ma più vado avanti, più vedo che restano solo interrogativi. Hai preteso e hai preso tante cose da me, ma non me ne hai restituita indietro neanche una. Dov’è la mia adolescenza? Tutte le cose che avrei potuto vivere e che non ho vissuto? Mi hai rinchiusa in una bolla di sapone. Era bella e io lì dentro credevo di essere felice. Ma mi isolava dal resto del mondo. E adesso che la bolla è scoppiata, non rimane niente. Neanche il riflesso. Neanche uno spicchio della felicità che mi avevi promesso.
Sono arrabbiata con te, lo sai? Sì, sono arrabbiata. Sono arrabbiata perché alla fine non ho avuto niente di quello che mi aspettavo da te. Mi hai illusa e presa in giro. Mi hai dato un qualcosa di effimero facendomi credere che fosse granitico. Mi hai mentito. Mi hai ferita. Mi hai fatto passare i momenti peggiori della mia vita. Dovevi essere un nuovo inizio, sei stata l’inizio della fine.
Sono arrabbiata perché hai distrutto quello che ero e quello che avrei potuto essere. Perché tuttora non te ne vai del tutto dalla mia testa e mi fai vivere una vita a metà. Perché mi hai rubato anni, possibilità, scelte. Perché mi hai rubata.
E sono molto arrabbiata con te, sì, molto arrabbiata, non semplicemente per quello che hai fatto a me, ma anche per quello che hai fatto alle presone che mi stavano intorno. Mi hai fatto fare terra bruciata. E hai fatto soffrire la mia famiglia, le uniche persone che mi abbiano mai amata incondizionatamente, gli hai inferto la più grande sofferenza della loro vita, li hai fatti piangere, preoccuparsi, sentirsi in colpa, stare male, passare notti insonni ad interrogarsi sui loro inesistenti sbagli… Loro, che non avevano fatto niente di male, niente di errato… perché ti ci sei accanita? Non glielo dovevi fare. Non ne avevi alcun diritto. Avevi me, ma non ti è bastato. Ti sei voluta riflettere anche su di loro. E sono molto arrabbiata per questo. Perché potevi distruggermi, ma non avresti dovuto sfiorare la mia famiglia neanche con un dito. Era una cosa tra me e te. Ma tu non ti sei tenuta ai patti. Hai voluto colpire anche loro. E io, impotente, sono rimasta a guardare. Sono molto arrabbiata perché mi hai impedito di reagire.
Ma non ti sei fermata qui.
Il mio migliore amico del cuore, quasi un fratello per me… in maniera ancora più subdola, hai trovato il modo di portarmi via anche lui. Come potrei non essere arrabbiata con te? Era come un fratello, e mi hai strappato anche lui.
Ma soprattutto, cara anoressia, la cosa che mi fa più incazzare è un’altra. È un’altra la cosa per cui ti odio. Ti odio perché mi hai resa felice. Ti odio perché mentre restringevo mi hai fatto provare una felicità che non avevo mai provato prima in vita mia e che non ho più ritrovato da quando ho smesso di restringere. Ti odio perché mi hai resa davvero felice, soddisfatta, tranquilla, in pace con me stessa. Ti odio perché mi hai fatta sentire forte, sicura, capace di controllo. Ti odio perché tutto questo è stato effimero, perché per forza di cose non può che esserlo, ma mi davi la sensazione che avrebbe potuto durare per sempre. Ti odio perché mi hai fatto apprezzare il mio corpo solo quando ero a XX Kg. Ti odio perché mi hai fatto passare momenti in cui mi sentivo onnipotente. Ti odio perché tutto questo mi è piaciuto. Ti odio perché, nonostante tutto il male che mi hai fatto, continuo ancora a pensare che il periodo in cui ho ristretto è stato il migliore della mia vita. Lo capisci? Ti odio perché sei stata il mio sbaglio più grande… ma che rifarei. Eppure, cara mia, eppure adesso lo so che non sei altro che un falso. Un falso così verosimile da poter davvero sembrare la realtà. Ma non lo sei. Purtroppo non lo sei. Per fortuna non lo sei. E te lo scrivo con la morte nel cuore… ma con la voglia di trovare una vita davanti. Potrei tornare da te in qualsiasi momento, e sarebbe davvero la cosa più semplice da fare… ma proverò a stare lontana da te per tutto il resto della mia vita, e sarà davvero la cosa più coraggiosa che possa fare. Cara anoressia, mi hai proprio scocciata. Se ti azzardi a farmi venire ancora paranoie, ti mando a quel paese. Hai il barbaro coraggio d’insinuarti subdolamente nella mia testa e di dire a me che non ho capito niente, come se l’avessi fatto tu. Ma cosa vuoi ancora da me? Perché non mi lasci in pace? Vai dove diavolo vuoi, non voglio chiederti più niente.
Ed ora che mi sto arrendendo, ecco qui la risposta.
Ora sì che devo mangiare, e se ti arrabbi, se mi dici di restringere, mangerò te. Puoi reagire come vuoi, puoi cercare di farmi venire tutte le ansie peggiori, non m’interessa, puoi urlare e minacciarmi quanto vuoi, non mi tange minimamente.
Anoressia, lo vuoi capire che adesso sei solo un peso? Sì, proprio tu, un peso! Tu, che hai sempre cercato di non (far) pesare niente… Sei falsa, bugiarda, e non mi va proprio giù questo tuo atteggiamento forzato, non voglio darti la soddisfazione di vedermi restringere, non te lo meriti, non ti meriti le mie lacrime e i miei dolori, perché non devo ancora fare qualcosa per te o darti qualcosa, e tu cosa mi stai dando ora come ora? Dimmelo, perché io adesso non vedo più niente. Solo giorni fatti di ossessione e di vuoto. Oggi sarò cattiva, giuro, e stai attenta a cosa cercherai di mettermi in testa se ti dovessi incavolare, pesa bene le parole, non si sa mai.
Da adesso in poi non te la darò mai più vinta. Certo, alcuni giorni starò peggio, avrò voglia di ricominciare a restringere, di farla finita, ma non mi arrenderò, te lo assicuro. Cadrò e sarò capace di rialzarmi. Sono pronta a dare battaglia.
È bella la tua perfezione, ma è spersonalizzata, dai sicurezza e senso di controllo, ma qui dentro mi lasci solo un gran vuoto e un gran freddo. Vattene, anoressia, non ti permetto più di dominare la mia vita. Oggi vediamo chi è più forte tra noi due, vediamo se occorrono le cattive per ottenere qualcosa da te, lo vedi, mi rimbocco le maniche… ti sto aspettando.
Tua (non più)
basta così. non ce la faccio davvero. il peso non cala e io mi sento sempre più frustrata e insoddisfatta. ho voglia d mollare tutto, di scappare, di nascondermi. in un buco profondo, in una macchia scura, in un posto lontano, e chiudere gli occhi. ma non posso, perchè abbandonare significherebbe fallire, e questo farebbe ancora più male. e per una strana combinazione di logica e follia, mi ritrovo chiusa in una gabbia che io stessa mi sono costruita atttorno nel tentativo di fare qualcosa di superiore. un paio di manette invisibili mi legano le mani, mi stringono i polsi come solo loro possono fare. incatenano la mia libertà, mentre l'apparenza si affanna per tappare i buchi e le lacune che continuamente si aprono senza tregua. mi sento sola, mi sento fallita, mi sento sbagliata. ma una via d'uscita, una porticina secondaria per andarmene di soppiatto non c'è. la strada procede diritta, senza possibilità di fuga. è come un treno che può solo seguire le rotaie, mentre il capotreno conserva l'illusione di essere lui a guidarlo...ma è un'illusione amara, segnata dalla consapevolezza di come stanno veramente le cose. non so più cosa fare, oggi mentre ero a casa sola ho pensato di scappare, di andarmene da tutto, e non in senso figurato. poi mi è venuto in mente di dire tutto a qualcuno. ma chi potrebbe capire? chi potrebbe realmente aiutarmi? schiacciata da un peso esagerato, annaspo finchè vengo sopraffatta dalle forze contrarie, e anche la punta della mano viene sommersa dalle onde infuriate, e il mio corpo trascinato giù.

lunedì 11 maggio 2009

decisamente stanca. troppe fatiche tutte assieme, sia mentali che fisiche. sento che sto per sclerare. da giorni cerco d tornare al mio peso minimo, 55.2. oggi prima di pranzo, l'ora migliore per me, ero 55.9. finalmente dp un po di giorni a base di pasti leggeri sto tornando sulle vecchie spiaggie...aspettando domani solo per quel breve momento, spero toccherò i 55.2 o meno, anche se ci credo poco. vabe, devo essere forte, se non sarà domani sarà sicuramente il giorno dopo. tenendo duro avrò le mie soddisfazioni.
passando al sociale e alla vita normale, alla vita apparente. a scuola le interrogazioni vanno a raffiche e tra compiti e impegni ho una nuvola scura di preoccupazione che mi accompagna per la strada.
negli ultimi giorni ho riflettuto molto. era già da un po' che mi facevo domande, che sentivo un qualxosa nell'aria, qualcosa di indefinibile. credo di avere della confusione in testa, ma come si dice, il dubbio è uno dei nomi dell'inteligenza. non mi sento più attratta da nessuno dei ragazzi che conosco, neanche da quelli davvero carini o molto divertenti e simpatici. provo affetto, rqabbia, disprezzo o pietà. ma la mancanza di una qualsiasi forma di amore mi ha messo di fronte a tanti punti interrogativi...amore non come sentimento profondo, ma come quella sensazione strana che senti quando ti trovi di fronte a una persona che rispetti e ammiri, per quelle persone per cui senti un timore reverenziale, quelle che ti sembrano senza difetti, creature tendenti all'astratto...i miei pensieri li avrete già in parte decifrati da soli, senza bisogno di parole esplicite. proprio adesso, mentre scrivo queste cose mi rendo conto di come sia difficile dire le poche parole che davvero contano: sono lesbica o bisex? chissà quanto scalpore se lo dicessi in tono serio, con aria un po' confidenziale al mondo, oltre che scriverlo(?). crisi adolescenziali? rivolta ormonale? tutto ciò che posso dirvi è: può darsi. forse si tratta solo di un pensiero passeggero, che svanirà via senza tracce, ma nonostante sia tale, non potete capire che piacere scriverlo qui, nel mio piccolo ritaglio di intimità...

domenica 10 maggio 2009

finalmente sono riuscita ad aggiungere il contapeso! se lo volete vedere è in fondo alla pagina, sopra la mia foto. un bacio e ditemi se vi piace.

sabato 9 maggio 2009

accidenti quanto tempo che non scrivo! spero avrete ancora un po' di pazienza e mi perdonerete nonostante io abbia trascurato troppo a lungo questo angoletto.
maggio è un mese strano, un mese di attesa direi. attesa per la fine della scuola, per l'estate, per la pagella di fine anno. si resta per giorni col fiato sospeso, come se dopo il 30 dovesse scendere dal cielo la vergine maria. e invece poi non succede niente di speciale. la scuola sì finisce, l'estate comincia davvero, ma ci rendiamo conto che ciò che più ci ha annebbiato il cervello è stata l'illusione, la speranza di qualcosa che neppure noi sapremo definire. e mentre tentiamo di far scorrere il tempo più alla svelta, ansiosi e svogliati, ci dimentichiamo che è proprio questo periodo più bello. forse anche meglio delle vacanze stesse. e già, perchè chi di voi sa davvero godersele? le prime settimane si passano attendendo di andare al mare. e intanto il te3mpo scivola via e dopo neppure 15 giorni siamo già annoiati da capo.al mare c si spatascia su un lettino, o si gioca a carte con i pochi superstiti del primo pomeriggio.dopo il mare, tornati a casa ecco che cominciano i pensieri per la scuola che inevitabilmente sta per tornare a tormentarci. ed ecco inoltre che rimpiangiamo il mese di maggio, quando tutto stava per cominciare, quando ancora avevamo la possibilità di scegliere cosa fare dei 90 giorni all'orizzonte. ma nessuno capirà mai che il tempo migliore è il tempo presente, e che il miglior posto per comiciare è dove sei.

venerdì 1 maggio 2009


la settimana scorsa, più precisamente domenica mi sono tagliata i capelli raga! era da quando avevo 8 ann che non facevo un taglio così drastico. sarà stata la voglia di farcela, di cambiare, di osare.- fatto stà che ho preso le forbici e ho fatto tutto da sola, che tanto i parrucchieri non ti accontentano mai. a voi i giudizi...
stamattina mi sono svegliata con un moto di speranza nel cuore. PropertyOfAna ha ragione, per coincidenza oggi è anche il primo giorno del mese, il giorno migliore per rimettersi a posto. entrando sul blog ho visto che quasi per ogni mio post c'è almeno un commento! davvero grazie a tutti quelli che hanno scritto qualcosa. via via vado a fare un giretto sui miei blog amici. un bacione a tutti quelli che mi seguono!

Me

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