giovedì 30 gennaio 2014

E' notte. E' buio. Fuori dalla finestra piove a dirotto. In una strada tranquilla vicino all'Arno c'è un bell'hotel con il parquet di un colore caldo nelle stanze. E dentro a quell'hotel, in una stanza al terzo piano ci sono due persone. Due persone. Che stanno. Facendo l'amore. Sì, con questa lentezza. Le luci sono spente, non c'è bisogno di vedere per conoscere ogni profilo, ogni spigolo, ogni morbidezza. Non c'è bisogno di luce per guardarsi dentro. Non sono un ragazzo e una ragazza, non sono un uomo e una donna, non sono un'anziano e un'anziana e non sono neppure due bambini. Sono tutte queste cose insieme. Sono fuori dal tempo. La notte è inoltrata ma la stanchezza è un'altra cosa. L'ora è tarda, ma esiste davvero l'ora? Che ore sono? Non lo so. Non è importante. Sono lui e lei. E nient'altro.
Non fingono, non barano, non voltano il viso mentre gli sfugge un pensiero lontano. Loro sono lì, esattamente lì e basta. Sono nudi, sì, non solo i loro corpi. Sono nude le loro anime, nudi i loro volti, nudi gli occhi, senza più difesa, senza più bisogno di difendersi. I loro cuori sono ferite aperte, esposte, pulsanti. Ma non hanno paura, lui, lei, non possono farsi del male. Lui, lei, si prendono cura l'uno dell'altro. E sentono, secondo per secondo, i loro nuclei più profondi fondersi e mescolarsi l'uno nell'altro, le loro paure, le loro speranze scambiarsi come la saliva di ogni bacio. E sono travolti, come un fiume imponente che rompe una diga e che passa sopra ogni cosa. Travolti dalla grandezza, travolti dalla bellezza, travolti dalla vita. Che non bussa quando arriva: apre la porta con un calcio senza tante cerimonie e ti porta a ballare. E tutto è lontano, lontano come il deserto, lontano come l'antartico, come il cielo estivo, come il fondo dell'universo.
Il mondo è compresso in una stanza sola. Perchè come può esserci altro fuori di lì? Come può esserci altra vita, ancora vita? Come è possibile concepire altra bellezza più luminosa, altra estasi più dirompente? Eppure c'è, C'è di sicuro. Fuori da quella stanza, da quell'hotel, oltre la strada silenziosa c'è il futuro. Il futuro che li aspetta placido, sonnacchioso, sereno. Il futuro adesso è un nastro d'argento, una strada bagnata dal sole, un filo di Arianna che porta lontanissimo un passo per volta.
E sta tutto lì, in questo futuro dipinto ad acquerello. Stanno lì tutte le giornate di sole, tutti i pomeriggi di pioggia, tutti i silenzi, le risate, le conversazioni, le vacanze, il sesso, l'allegria, la pienezza, l'assenza. Sta lì una casetta di poche stanze, un paio di scarpine rosa, stanno lì gli anniversari, i compleanni, le cene in famiglia, i Natali con l'albero festoso, le Pasque dai nonni.
Il futuro adesso è un nastro d'argento, una strada bagnata dal sole, un filo di Arianna che porta lontanissimo un passo per volta.

Nessun commento:

Posta un commento

Me

Me


Archivio blog