E più vivo e più capisco. Che la serenità appartiene al singolo, alla persona nella sua interiorità, nei suoi pensieri, nel suo modo di vivere, di credere, di accettare il mondo e accettare se stesso. E' un equilibrio, la serenità, fatto di illusioni, di delusioni, di amore per se. Aveva ragione Seneca, quando diceva "omnia mea mecum sunt", tutte le mie cose ce le ho con me. Il saggio è indipendente, non solo in senso concreto e pratico di autonomia dalle cose, ma anche in senso affettivo autonomo dagli altri.
La felicità, quella è un'altra cosa. Quella, non ne sono ancora sicura, ma temo, credo e spero, che la felicità te la danno gli altri.
Perciò a voi la scelta: una serenità sicura o una felicità in bilico?
Non so decidermi, non ci vedo chiaro. Il tempo mi darà la risposta, se una risposta univoca esiste.
Sono davvero disposta a rinunciare alla mia serenità per essere felice, sì, ma continuamente in bilico?
Sono davvero disposta a rinunciare alla felicità per essere serena?
Sono davvero disposta a rinunciare alla felicità?
Mare dentro, mare dentro, senza peso nel fondo, dove si avvera il sogno. Due volontà fanno vero un desiderio nell'incontro. Il mio sguardo, il tuo sguardo, come un'eco che ripete senza parole: più dentro, più dentro! Fino al di là del tutto, oltre il sangue e il midollo. Ma sempre mi sveglio e vorrei essere morto, per restare sempre preso, con la mia bocca, nella fitta trama dei tuoi capelli.
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