Come capiamo se qualcosa che ci manca è sintomo di un bisogno reale o solo un'antica nostalgia di saggezza?
Come si decide quando buttarsi e quando rimanere fuori dal gioco? Quand'è che diventa troppo?
La corda, la corda si tira e si tira e un attimo prima sei più vicino alla metà, l'attimo dopo è tutto daccapo e hai perso ogni vantaggio. in ogni momento devi decidere, ponderare, calibrare la tua mossa e... all in o lasciare?
Sempre a un passo dalla vita, sempre a un passo dalla morte.
Mare dentro, mare dentro, senza peso nel fondo, dove si avvera il sogno. Due volontà fanno vero un desiderio nell'incontro. Il mio sguardo, il tuo sguardo, come un'eco che ripete senza parole: più dentro, più dentro! Fino al di là del tutto, oltre il sangue e il midollo. Ma sempre mi sveglio e vorrei essere morto, per restare sempre preso, con la mia bocca, nella fitta trama dei tuoi capelli.
domenica 28 aprile 2013
giovedì 25 aprile 2013
Kintsugi, letteralmente "riparare con l'oro", è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido per la riparazione di oggetti in ceramica, usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. la tecnica permette di ottenere degli oggetti preziosi: ogni ceramica riparata diventa irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi.
Concetto filosofico per cui un oggetto può diventare molto più bello una volta rotto e riparato.
Concetto filosofico per cui un oggetto può diventare molto più bello una volta rotto e riparato.
mercoledì 24 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
Si cresce, si cambia, si invecchia o semplicemente ci dimentichiamo di chi siamo stati, ci induriamo fino a perdere i connotati originali. A volte accade dopo aver visto una Medusa, che si diventa di pietra, altre volte lo dobbiamo all'azione del tempo, alla codardia dell'età adulta, alla ripetizione di ogni gesto giorno dopo giorno. Poi ci si ferma un secondo, ci si guarda alle spalle e scorgiamo in lontananza l'antico ricordo di chi eravamo. Allora ci soffermiamo ad osservarlo meglio, tentando di ricostruire brandelli di ricordi e di frasi, di gesti grandiosi e di giornate infinite. Ci tornano sempre in mente l'audacia, il coraggio, la forza e la superbia di chi non conosce il dolore, di colei per il quale ad ogni giorno segue un altro giorno ancora tutto da scoprire. Per quanto possiamo essere stati sciocchi e avventati allora, non abbiamo mai rimorsi al riguardo, ci innamoriamo di nuovo di quell'io che non temeva il dolore, di alcun genere, di quell'io che diceva sì alla vita anche quando tutti credevano che stesse dicendo no, inconsapevole e spensierato di fronte al mondo. Si diventa di pietra, sì, e chissà se esiste acqua o balsamo che possa ammorbidirci e scioglierci ancora, farci vivere una seconda volta la vita vera.
domenica 21 aprile 2013
giovedì 18 aprile 2013
mercoledì 17 aprile 2013
Ci sono momenti in cui ti rendi conto che solo un miracolo o una disgrazia potrebbero salvarti. forse solo un miracolo, l'imprevedibile che non puoi stimare tra le possibilità di questa vita e i se di questo mondo. Perchè ciò che è calcolabile, tutto ciò che si può prevedere, studiare, indagare, tutto questo ti lascia solo con un gran senso di niente. Un gran senso di scherno. Sì, perchè la nostra situazione umana è tutta tragicomica, autoironica e priva di alcun senso. Tutto è relativo, tutto è in cambiamento, ma, per quanto si possa assumere prospettive differenti o sperare in un domani diverso, ci rendiamo benissimo conto che niente, e dico niente, tranne un miracolo, potrebbe cambiare questa tragica verità: non c'è niente dietro le quinte, non ci sono effetti speciali da vedere, nessun deus ex machina, niente niente niente. Forse ciò che caratterizza il saggio è proprio questo, l'accettazione per me impossibile ma inevitabile e fatale di ciò che ci si palesa davanti agli occhi. .
Sono in confusione, disillusa da tutto ciò che credevo vero, reale, valido. Dopo aver assistito per un po' allo spettacolo mi sono affacciata dietro al sipario e ho visto che le figure erano solo ombre.
E allora non mi resta che morire, drogarmi o cercare qualche altro poveraccio con cui condividere il percorso.
E allora non mi resta che morire, drogarmi o cercare qualche altro poveraccio con cui condividere il percorso.
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